venerdì 31 maggio 2019

La memoria e le immagini



“Vuoi sapere quando tutto è cominciato, da dove ha origine il nostro lavoro, come è stato concepito…[…]. Il nostro manuale dice che è stato ancora prima della Guerra Civile, ma il fatto è che fino a quando la fotografia non è diventata un bene comune, non possiamo dirlo con certezza. Poi sono venuti i film, all’inizio del ventesimo secolo. E la radio, la televisione. Le cose hanno acquistato una massa.”(R. Bradbury, Fahrenheit 451 – parte prima pag 54). 

Immagine correlata
A. Lumiere in posa con le prime macchine fotografiche
È interessante notare come, sia nel libro di Bradbury che nella società attuale, la televisione, il cinema e tutte le varie apparecchiature ingegneristiche hanno contribuito a diffondere notizie e storie in un arco di tempo brevissimo e fruibili per chiunque, permettendo così un processo di “taylorizzazione” della quotidianità.

 La fotografia ed altri mezzi di comunicazione hanno indotto via via l’uomo a fare a meno dei libri, rendendo la memoria statica e non più sensoriale, basata su un flusso di immagini e suoni che si avvicendavano sulle pareti. Bergson stesso intuì che l’immagine è uno strumento che permette all’intelletto di comprendere più facilmente rispetto ad un manoscritto. 


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