Tuttavia, fra tutti coloro che trattarono il concetto di
memoria, ricordiamo soprattutto Bergson nel suo “Materia e Memoria”. Egli considera, nel suo scritto, l’uomo formato da
due dimensioni: corpo e coscienza. Il primo termine corrisponde alla percezione
delle cose, il secondo alla memoria. Quest’ultima, però, è materia complessa e
pertanto vi riconosciamo i ricordi-immagine, che sono legati al mondo esterno e
fungono da tramite tra esso e l'individuo, e i ricordi puri che restano a lungo inconsapevoli e non
condizionati da disturbi cerebrali, potendo così incidere sui primi.
La memoria non si caratterizza come flusso che dal presente giunge al passato, ma come attualizzazione del passato che modifica l’esperienza presente: il passato è concepito come un gomitolo, che rotolando riavvolge e dispiega il filo che lo compone, così come gli eventi presenti sembrano coincidere con quelli passati.
Nel pensiero più recente, infine, è degno di nota Bartlett, il quale dimostrò che quando un soggetto memorizza un racconto, in realtà memorizza una rappresentazione astratta del racconto stesso, cioè uno schema che resta invariabile nel tempo.
La memoria non si caratterizza come flusso che dal presente giunge al passato, ma come attualizzazione del passato che modifica l’esperienza presente: il passato è concepito come un gomitolo, che rotolando riavvolge e dispiega il filo che lo compone, così come gli eventi presenti sembrano coincidere con quelli passati.
Schematizzazione del pensiero di Bergson circa la memoria |
Nel pensiero più recente, infine, è degno di nota Bartlett, il quale dimostrò che quando un soggetto memorizza un racconto, in realtà memorizza una rappresentazione astratta del racconto stesso, cioè uno schema che resta invariabile nel tempo.
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