sabato 25 maggio 2019

Memoria nella filosofia moderna

L’empirista Locke, nel secondo libro del "Saggio", nega addirittura l’esistenza di un deposito delle idee nell’anima, sostenendo che l’azione del ricordo è soltanto accompagnata dalla coscienza: cioè un’idea si ripresenta perché è legata alla consapevolezza di essere stata già vissuta, non esiste la memoria.


Tuttavia, fra tutti coloro che trattarono il concetto di memoria, ricordiamo soprattutto Bergson nel suo “Materia e Memoria”. Egli  considera, nel suo scritto, l’uomo formato da due dimensioni: corpo e coscienza. Il primo termine corrisponde alla percezione delle cose, il secondo alla memoria. Quest’ultima, però, è materia complessa e pertanto vi riconosciamo i ricordi-immagine, che sono legati al mondo esterno e fungono da tramite tra esso e l'individuo, e i ricordi puri che restano a lungo inconsapevoli e non condizionati da disturbi cerebrali, potendo così incidere sui primi.
La memoria non si caratterizza come flusso che dal presente giunge al passato, ma come attualizzazione del passato che modifica l’esperienza presente: il passato è concepito come un gomitolo, che rotolando riavvolge e dispiega il filo che lo compone, così come gli eventi presenti sembrano coincidere con quelli passati.
Risultati immagini per bergson e la memoria
Schematizzazione del pensiero di Bergson
circa la memoria


Nel pensiero più recente, infine, è degno di nota Bartlett, il quale dimostrò che quando un soggetto memorizza un racconto, in realtà memorizza una rappresentazione astratta del racconto stesso, cioè uno schema che resta invariabile nel tempo.



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